Tramite il credito di imposta è possibile efficientare la propria impresa e ridurre le imposte dovute al fisco

Il credito d’imposta è uno strumento prezioso per facilitare la crescita di un’impresa, in quanto può ridurre l’ammontare dei debiti e delle imposte dovute al fisco, portando a un risparmio significativo. Analizzeremo insieme il concetto di credito d’imposta, il suo funzionamento e il modo in cui può sostenere le imprese e facilitarne lo sviluppo.

Un po’ di storia

La prima versione del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo risale al 2013. Tuttavia, non è mai stato applicabile a livello operativo a causa della mancata emanazione del relativo decreto attuativo. La Legge di Stabilità 2015 ha introdotto una riscrittura della normativa sul credito d’imposta e finalmente nel maggio 2015 è stato emanato il decreto attuativo, che ha permesso alle imprese di beneficiare di agevolazioni fiscali per le spese sostenute in ricerca e sviluppo.

Da allora, la Legge di Stabilità ha apportato ogni anno modifiche positive alla norma, semplificando il calcolo ed eliminando la doppia aliquota, aprendo all’inclusione della ricerca commissionata all’estero e introducendo altri miglioramenti.

Che cos’è esattamente un credito d’imposta

Un credito d’imposta rappresenta un obbligo che un’azienda ha nei confronti dello Stato o di altri enti pubblici, e che può essere utilizzato in varie forme. In particolare, può essere applicato come rimborso fiscale o utilizzato per compensare altri debiti fiscali nei confronti dell’erario. In alternativa, può essere richiesto in sede di dichiarazione dei redditi.

Differenza fra credito d’imposta e finanziamento a fondo perduto

Esiste una differenza sostanziale tra credito d’imposta e finanziamento a fondo perduto. Il finanziamento a fondo perduto rappresenta una percentuale dell’investimento che viene restituita all’impresa dopo che questa ha speso e contabilizzato le spese relative.

Di solito, la domanda di finanziamento deve essere presentata prima che vengano effettuate le spese ammissibili. I bandi di solito coprono dal 30 all’80% delle spese e, pertanto, sono molto ambiti. Tuttavia, ottenere questi finanziamenti non è facile: richiedono business plan molto dettagliati e spesso si rivolgono a categorie specifiche, come start-up innovative, imprese giovanili o femminili e così via. Di conseguenza, la concorrenza è molto alta.

Il credito d’imposta, invece, si riferisce a qualsiasi credito che il contribuente vanta nei confronti dello Stato o di un ente pubblico. Ottenere un credito d’imposta è relativamente facile, a patto che siano soddisfatti tutti i requisiti. Di solito, il credito accumulato può essere utilizzato nel periodo fiscale successivo a quello in cui è stato effettuato l’investimento.

Quali debiti possono essere compensati con i crediti d’imposta

I crediti derivanti dalla dichiarazione dei redditi possono essere utilizzati dalle imprese per compensare debiti fiscali nei confronti di vari enti creditori (Stato, INAIL, INPS, enti locali, ENPALS).

La compensazione può avvenire in due modi:

  • Compensazione orizzontale: un credito viene utilizzato per compensare un debito relativo a imposte di natura diversa (ad esempio, un credito IVA può essere compensato con un debito IRES).
  • Compensazione verticale: un credito viene utilizzato per compensare un debito relativo alla stessa imposta (ad esempio, IVA con IVA).

Come funziona il credito d’imposta per le imprese

Un’impresa può ottenere un credito d’imposta in due situazioni:

  • Come compensazione per un errore di calcolo che ha portato al pagamento di imposte superiori a quelle effettivamente dovute.
  • Come incentivo offerto dallo Stato per incoraggiare le imprese a effettuare investimenti specifici (bonus fiscale).

Nel secondo caso, quando si tratta di un’agevolazione, il valore del credito dipende dalle disposizioni stabilite nel relativo programma ed è determinato dall’ente erogatore. Tale ente può stabilire non solo l’importo, espresso in percentuale, ma anche il limite massimo di spesa su cui calcolarlo. Il programma specifica anche con precisione le “spese ammissibili”, cioè le categorie di beni e investimenti che possono beneficiare del credito.

Come si calcola il credito d’imposta: esempio pratico

Per comprendere il calcolo del credito d’imposta, consideriamo un esempio.

Supponiamo che il bando preveda un credito d’imposta del 40% e una spesa massima di 400.000 euro per l’acquisto di una specifica categoria di beni. Se un’azienda spende, ad esempio, 200.000 euro per l’acquisto dei beni ammessi dal bando, otterrà un credito d’imposta pari a 80.000 euro (il 40% di 200.000 euro). Questo credito potrà essere utilizzato per compensare imposte future o eventualmente richiesto come rimborso.

Credito di imposta 4.0

Il credito d’imposta 4.0 rappresenta un’agevolazione fiscale concessa sugli investimenti effettuati in beni strumentali nuovi, sia materiali che immateriali, che promuovono la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle strutture situate nel Paese.

Quali sono i benefici

Fino al 2025 (o entro il 30 giugno 2026, se entro il 31 dicembre 2025 l’ordine è accettato dal venditore e viene versato un acconto pari almeno al 20% del costo di acquisizione), si applica ai beni materiali e immateriali “4.0” (proroga stabilita dall’articolo 1, comma 44, della Legge Finanziaria 234/2021>).
Fino al 31 dicembre 2022 (o entro la scadenza “lunga” del 30 giugno 2023), si applica agli investimenti in beni “ordinari”.

Chi sono i soggetti ammissibili

Imprese residenti nel territorio nazionale, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico, dalle dimensioni, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.
Gli esercenti arti e professioni (solo per il credito d’imposta del 6% sugli investimenti in altri beni strumentali materiali).

Quali sono le condizioni

  • Rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
  • Corretto pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per i lavoratori.

E queste le esclusioni:

  • Imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta, concordato preventivo senza continuità aziendale o altre procedure concorsuali.
  • Imprese soggette a sanzioni interdittive ai sensi del D.Lgs. 231 per violazioni amministrative derivanti da reati commessi dagli enti.

Quali sono gli ambiti di applicazione

La percentuale del credito d’imposta varia a seconda dell’anno e della tipologia di investimento:

  • Gli investimenti in beni materiali tradizionali “ordinari” e in beni immateriali tradizionali sono agevolati fino al 2022. La percentuale è del 6%, con diversi limiti di investimento.
  • Gli investimenti in beni materiali finalizzati alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello Industria 4.0 sono agevolati fino al 2025 (o fino al 30 giugno 2026 in caso di lungo termine).

Quali sono le tempistiche

Entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro il 31 dicembre 2022 l’ordine sia stato accettato dal venditore e siano stati effettuati pagamenti anticipati pari ad almeno il 20% del costo di acquisizione), si applicano le seguenti percentuali:

  • 40% del credito per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% del costo per investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a un limite complessivo di costi ammissibili di 10 milioni di euro;
  • 10% del costo per investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino a un limite complessivo di costi ammissibili di 20 milioni di euro.

Dal 2023 al 2025 si applicano le seguenti percentuali:

  • 20% del costo per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 10% del costo per investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 5% del costo per investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino a un limite di costo totale ammissibile di 20 milioni di euro.

Gli investimenti in beni immateriali (software, sistemi e integrazione di sistemi, piattaforme e applicazioni) collegati a investimenti in beni materiali “Industria 4.0” (inclusi nell’Allegato B della Legge di Bilancio 2017, successivamente integrato dalla Legge di Bilancio 2018) sono agevolati fino al 2025 (o fino al 30 giugno 2026 in caso di lungo termine):

  • Per il 2022 e il 2023 si applica un’aliquota del 20% (con un limite di investimento di 1 milione di euro);
  • Per il 2024, si applica un’aliquota del 15%;
  • Per il 2025, si applica una percentuale del 10%.

Come utilizzare il credito d’imposta

Può essere utilizzato in compensazione in cinque rate annuali di pari importo, ridotte a tre per gli investimenti in beni immateriali, a partire dall’anno successivo a quello di interconnessione con l’acquisto dei beni. È ammesso il cumulo del credito d’imposta con altre agevolazioni che comportino i medesimi costi, purché non venga superato il limite massimo dei costi sostenuti.

Scopri tutti i bandi e le agevolazioni per le imprese

Crediti di imposta 2023-2024

  • Credito d’imposta Imu per il turismo
  • Credito d’imposta in favore di imprese turistiche per i canoni di locazione di immobili
  • Credito d’imposta Ace
  • Credito d’imposta impianti di compostaggio
  • Credito d’imposta per le imprese agricole e agroalimentari
  • Investimenti in beni strumentali
  • Investimenti nel Mezzogiorno, nei comuni del Centro Italia colpiti dal sisma e nelle zone economiche speciali (ZES) e nelle zone logistiche semplificate (ZLS)
  • Investimenti pubblicitari incrementali
  • Rafforzamento patrimoniale delle imprese di medie dimensioni
  • Tax credit manifesti pubblicitari

Bonus Sud

Il “Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno” è conosciuta anche come Credito d’Imposta Mezzogiorno o semplicemente come Bonus Sud 2022/2023.

Approfondisci i temi del Bonus Sud

In conclusione

È importante tenere presente che i crediti d’imposta non rappresentano un’entrata diretta per l’azienda, ma piuttosto una riduzione degli obblighi fiscali o una compensazione di debiti. Tuttavia, possono avere un impatto significativo sulle finanze dell’impresa, permettendo di liberare risorse che possono essere reinvestite nello sviluppo dell’attività.

I crediti d’imposta sono uno strumento particolarmente utile per favorire l’innovazione e la ricerca e sviluppo. Molti Paesi offrono incentivi fiscali per incoraggiare le imprese a investire in progetti di innovazione, creando così un ambiente favorevole all’evoluzione tecnologica e all’incremento della competitività sul mercato.

Inoltre, i crediti d’imposta possono essere utilizzati anche per promuovere la sostenibilità ambientale, ad esempio, offrendo incentivi per l’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale o per la realizzazione di investimenti volti alla riduzione delle emissioni di carbonio.

 

 

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