La vera storia di Jim Simons: il matematico che rivoluzionò la finanza quantitativa
Jim Simons, una vita a cavallo tra geometria differenziale e mercati finanziari
Nel suo libro, “The man who solved the market – how Jim Simons launched the quant revolution”, Greg Zuckerman racconta la storia molto dettagliata di Jim Simons, il creatore del Medallion Fund e di Renaissance Technologies.
La narrazione di Gregory Zuckerman si snoda tra matematica avanzata, teoria dell’informazione, machine learning ante litteram e strategie di trading sistematico, trattando una storia nota nei suoi capi essenziali, ma poco esplorata nei risvolti più personali e a tratti anche quotidiani della vicenda.
La figura di Jim Simons: tra geometria differenziale e mercati finanziari
Jim Simons nasce come matematico puro, autore di contributi rilevanti nel campo della geometria differenziale e coautore, con Shiing-Shen Chern, del celebre teorema di Chern–Simons, che avrebbe avuto applicazioni anche nella fisica teorica. Zuckerman sottolinea come questo background matematico abbia influenzato profondamente l’approccio di Simons ai mercati: non vi è spazio per intuizioni qualitative o “narrative macroeconomiche”, bensì per modelli rigorosi, pattern statistici e approcci probabilistici.
La transizione dalla matematica pura alla finanza quantitativa non è immediata. Simons comprende, tuttavia, che i mercati, se analizzati attraverso il filtro della statistica, mostrano inefficienze persistenti e ripetitive, anche se impercettibili all’occhio umano. È proprio in questo spazio sottile che si inserisce la sua visione: costruire modelli predittivi capaci di catturare regolarità locali e non lineari.
Medallion Fund: un laboratorio di data science applicata
Il cuore del libro ruota attorno al Medallion Fund, il fondo chiuso gestito internamente da Renaissance Technologies e riservato ai dipendenti.
Il fondo Medallion vanta un curriculum impressionante, con rendimenti annualizzati di circa il 66% al lordo delle commissioni e del 39% al netto delle commissioni nel corso dei suoi oltre 30 anni di storia, secondo varie fonti come Wikipedia e Morningstar. Ad esempio, un investimento di 1 dollaro nel fondo dal 1988 al 2021 sarebbe cresciuto fino a quasi 42.000 dollari, al netto delle commissioni.
A differenza degli hedge fund convenzionali, Renaissance Technologies si distingue per una cultura radicalmente anti-intuizionistica. Le decisioni non sono affidate ai gestori, ma ai modelli: se una strategia mostra un valore atteso positivo corretto per il rischio, viene implementata. Questo approccio ha richiesto la costruzione di una pipeline dati eccezionalmente robusta e la capacità di aggiornare continuamente i modelli alla luce di nuovi dataset, esattamente come avviene nei moderni sistemi di apprendimento continuo.
Il ruolo dell’infrastruttura tecnologica
Un aspetto di grande interesse tecnico è la costruzione dell’infrastruttura informatica che supporta il Medallion Fund. Fin dagli anni ’90, Renaissance investe in server ad alta capacità di calcolo, reti neurali primitive e database relazionali su misura. L’architettura del fondo può essere letta come un precursore degli attuali sistemi di big data: ingestion, pulizia, featurizzazione, backtest, validazione, e deploy operativo. Tutto avviene in modo automatizzato, riducendo al minimo l’intervento umano.
La gestione del rischio come parte del modello
Il libro rivela anche che la gestione del rischio non è un processo ex-post, ma integrato nei modelli stessi. I modelli predittivi includono funzioni di penalizzazione legate alla varianza, correlazioni incrociate e misure di cointegrazione per ridurre l’esposizione sistemica. L’allocazione del capitale avviene attraverso funzioni di ottimizzazione multi-obiettivo, che cercano di massimizzare il rendimento atteso condizionato a vincoli stringenti di drawdown e di liquidità.
L’autore
Gregory Zuckerman è un giornalista e autore statunitense, senior writer presso il Wall Street Journal, dove si occupa di finanza, hedge fund, private equity e mercati complessi. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi premi per il giornalismo investigativo, inclusi tre Gerald Loeb Awards, uno dei riconoscimenti più prestigiosi nel campo del giornalismo economico e finanziario.
Zuckerman è autore di diversi bestseller, tra cui The Greatest Trade Ever e The Frackers, ma è con The Man Who Solved the Market che ha ottenuto il massimo riconoscimento da parte della comunità finanziaria e accademica, riuscendo a raccontare la storia altamente riservata di Jim Simons e del Medallion Fund con rigore, chiarezza e accessibilità. Il suo stile coniuga l’indagine giornalistica con una notevole capacità di spiegare concetti tecnici complessi a un pubblico ampio ma esigente.