Doom ha segnato la giovinezza di molti informatici

Dietro le sue quinte si cela una storia che ripercorre in parallelo l’evoluzione di un’intera industria

Doom guy è la recente fatica di John Romero.

Si aggiunge alla mole di materiale uscito sul tema Doom e argomenti affini tra libri, fumetti, saggi, manuali. Uno su tutti, citato per completezza, è Masters of Doom.

Per noi, come per molti altri, Doom è stato il vettore che ci ha portato a appassionarci, più di ogni altro videogame, al mondo dell’informatica.

L’intera saga è diventata un riferimento culturale imprescindibile, con una quantità di citazioni che non ha eguali:

La serie è evoluta nel tempo, capitalizzando sempre più questo punto di forza, che oggi è una meta-componente dell’ecosistema Doom, richiamata tramite Easter Egg, esperienze in-game, sottomissioni, e referenze.

The Doom guy: una parabola discendente?

La stella di Doom brilla ancora alta nel cielo (l’ultima uscita, Doom Eternal, ha generato oltre 450 milioni di ricavi).

Ma lo stesso non si può dire per uno dei suoi creatori principali, John Romero.

Secondo quanto riporta il sito della sua nuova società, Romero Games, sarebbe al lavoro su un nuovo FPS; vedremo se sarà un ruggito del leone o un altro passo falso dopo Daikatana e Blackroom.

Questo forse è l’aspetto del libro più doloroso; Romero con grande lucidità affronta uno dopo l’altro una lunga serie di problematiche di lavoro e personali. Conflitti con colleghi, progetti fallimentari, scelte impopolari. Talvolta la sensazione è che vi sia un forte senso di malinconia di fondo.

Un’infanzia difficile

Una cosa che pochi conoscono a riguardo di John Romero è la terribile infanzia che ha dovuto sopportare. Vessato da un padre violento e alcolista, e successivamente sottoposto alle angherie di un patrigno dal pugno di ferro, Romero ha dovuto sopravvivere lavorando fin dalla più giovane età anche a ritmi forsennati e alternando lavori e studio senza soluzione di continuità.

Sorprende che nonostante questo gran parte del libro sia infarcito di messaggi di stima e amore per il padre, mentre ad esempio non appaiono particolari elogi per la moglie, la madre, e le per altro numerose figure che l’hanno accompagnato a livello familiare.

Assembly, C e schede grafiche

John Romero è stato un talentuoso autodidatta.

Ha imparato e applicato linguaggi di programmazione a basso livello come Assembly e C, raggiungendo anche alcuni picchi realizzativi come la costruzione di un port fisico tra un Apple II e un Commodore 64.

Nella sua carriera da sviluppatore ha realizzato oltre 100 videogame (pubblicati) e fondato 10 società di videogames.

Romero tratta da vicino tutto quanto legato alle difficoltà tecniche che ha dovuto affrontare nel corso della sua carriera.

In particolare le difficoltà hardware, linguaggi di programmazione basso livello, e una generale mancanza di precedenti rendono l’avventura del creatore di Doom una saga informatica degna di nota.

Apprezzabile l’uso di un linguaggio tecnico puntuale e i diversi approfondimenti forniti.

John vs John

Chi è il vero mastermind dietro Doom? John Romero, il designer e creativo, o John Carmack, il razionale genio tecnologico?
Vero è che Romero senza Carmack ha collezionato un fallimento dietro l’altro, Carmack senza Romero ha avuto una sfavillante carriera in ambito tecnologico che l’ha portato a diventare CTO in Meta tra le altre cose.

In “Doom guy” molti sono i punti di attrito tra Carmack e Romero. Romero scende nei particolari di alcuni duri scambi, anche se apparentemente si pone in una posizione conciliante.

Smentisce tuttavia alcune affermazioni rilasciate altrove, che enfatizzavano un aperto conflitto tra i due.

Romero, povero Romero

“Doom guy” ritorna un Romero spesso in ritardo sulle decisioni aziendali, inerte di fronte a problemi che affliggono il suo staff e fautore di scelte a dir poco infelici.

Subito dopo la pubblicazione di Quake, viene invitato a lasciare la sua società, ID Software.

Il giorno prima aveva confidato a un amico l’idea di voler fondare una società concorrente, e nel libro Romero immagina che questa notizia sia arrivata alle orecchie del socio Carmack, causandone la furia.

Successivamente fonda una nuova società, Ion Storm. Tutti i giochi prodotti da Ion Storm hanno successo, meno che quello seguito direttamente da Romero, l’infelice Daikatana.

Oltretutto Romero avvalla una campagna marketing controversa e dai toni NSFW (la storia è ben raccontata online).

Quasi tutto il suo staff si licenzia per via delle cattive scelte manageriali. La sua quota aziendale viene infine rilevata dal socio di maggioranza.

Successivamente Romero affronta una serie di avventure imprenditoriali, nessuna apparentemente memorabile.

“Doom guy” scorre 15 anni di tempo nello spazio di un capitolo, mentre circa il 50% del libro è occupato dalla saga Id. Questo è un punto debole del libro, visto che la saga di Doom, Quake e Wolfenstein è già stata sviscerata, mentre poco si sa del resto delle sue imprese.

Si apprezza la grande onestà dell’autore nel narrare anche le ombre del suo vissuto. Non solo record e fama ma anche una riga di insuccessi piuttosto clamorosi.

Doom guy: la storia di Doom, e di un po’ di altre cose

In definitiva: Doom guy è la storia molto dettagliata di Doom, arricchita di alcuni passaggi sul suo creatore dal sapore più personale.

Un ottimo libro comunque che vola via tutto d’un fiato e che permette di completare un tassello importante nella storia dell’industria dei videogiochi e dell’informatica di consumo in generale.

L’autore

John Romero è un noto sviluppatore di videogiochi e imprenditore statunitense, nato il 28 ottobre 1967. È uno dei pionieri dell’industria dei videogiochi e è famoso per il suo ruolo chiave nello sviluppo di giochi influenti come Commander Keen, Wolfenstein 3D, Doom e Quake.

Romero ha co-fondato id Software, una delle più importanti aziende di sviluppo di videogiochi degli anni ’90. Ha lavorato su giochi che hanno contribuito significativamente a definire il genere degli sparatutto in prima persona (FPS). Doom, in particolare, è considerato uno dei giochi più influenti nella storia dei videogiochi e ha avuto un impatto duraturo sulla cultura dei videogiochi.

Dopo aver lasciato id Software, Romero ha lavorato su vari progetti nel settore dei videogiochi e ha co-fondato diverse società di sviluppo. Continua a essere una figura rispettata nell’industria dei videogiochi e è ammirato per il suo contributo alla creazione di giochi iconici. Oggi vive a Galway, in Irlanda, con la compagna Brenda Garno.

I videogiochi preferiti di Romero sono World of Warcraft e Minecraft.

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