La recensione di “Ghost in the Wires”, ovvero l’autobiografia di Kevin Mitnick, l’hacker più famoso del mondo

Il libro in sintesi *spoiler free*

Ghost in the Wires è l’autobiografia di Kevin Mitnick, probabilmente uno degli hacker (o per meglio dire, phreaker) più famigerati a livello mondiale.

É un testo corposo (400 pagine) e iper-dettagliato, scritto in forma di romanzo ma che si addentra anche in dettagli tecnici che richiedono un minimo di familiarità con il mondo delle architetture informatiche e delle telecomunicazioni per essere comprese.

Dopo una bella prefazione di Steve Wozniak, Mitnick inizia a raccontare dalla sua infanzia: i suoi esordi con la magia, il rapporto con la sua famiglia, sempre molto stretto, e i gli esordi in veste di disturbatore di frequenze radio con la ricetrasmittente.

Prosegue poi elencando in crescendo tutti i suoi breach, prevalentemente riguardanti il mondo della telefonia e l’ecosistema delle grandi compagnie USA, Pacific Bell e Sun su tutte.

Vicende alternate a drammi personali e familiari più o meno importanti, oltre alla continua sfida alle forze dell’ordine, FBI in primis. Un duello che segnerà diverse fasi della vita e della carriera di Mitnick.

Pur non commettendo mai i suoi illeciti a scopo di lucro, ma, come lui stesso ammette, solo “per vedere cosa fosse possibile fare”, si stima che le azioni perpetrate da Mitnick siano costate alle varie compagnie circa 300 milioni di dollari (qui il dettaglio, con varie fonti, riportato da Wired.com).

Perché è un libro che ho amato?

Innanzitutto è una bella autobiografia, e la scrittura in prima persona incentiva l’immedesimazione e tiene alto il ritmo della storia. I colpi di scena sono frequenti, le spiegazioni tecniche ben fatte, precise abbastanza da capirne il contesto, ma non troppo dettagliate da risultare pesanti ai fini della storia.

Mitnick sa quello che fa e anche a distanza di decenni, alcune soluzioni da lui trovate sono assolutamente ingegnose.

Il libro incidentalmente, partendo dagli anni 70 e finendo negli anni 2000, offre anche un parallelo con la storia dell’informatica. Dall’assenza dei computer, al personal computer, ai portatili.

Tutti uniti da un filo comune: nessuno di questi è al sicuro dalle minacce informatiche. Non, per lo meno, fino a quando si potrà interagire con essi tramite l’anello più debole della catena, l’elemento umano.

Da appassionato di informatica, il coinvolgimento è istantaneo. Mitnick lo sa e strizza l’occhio più volte alla sua community, con citazioni e easter-egg disseminati ovunque nel testo.

É un libro godibile che scorre rapidissimo nonostante la lunghezza, e permette di gettare un faro anche sulla genesi di alcune tecniche di violazione informatica usate ancora oggi.

Una grande enfasi è data alle tecniche di ingegneria sociale, il vero asso nella manica di Mitnick, tecnica nella quale eccelle. E che ha dato spunto per la pubblicazione da parte dello stesso di diversi altri testi verticali sulla tematica.

Perché è un libro che può far storcere il naso?

I pareri su Ghost in the Wires non sono unanimi. Anzi, le critiche sono molteplici.

Personalmente non mi pongo tra i detrattori, ma va detto che Mitnick ha davvero un ego smisurato e non si preoccupa di contenere in tutto il testo i momenti autocelebrativi. “I am so smart” cit.

Mitnick propone anche un punto di vista arbitrario e falsato, sostanzialmente auto-assolvendosi da qualsiasi accusa e dal dolo causato da qualsiasi sua azione. Personalmente più volte ho provato una gran pena e empatia per le vittime dei suoi raggiri, letteralmente umiliate su scala internazionale nelle vicende di questo libro, non avendo per altro alcuna colpa se non quella di tentare di svolgere i propri compiti.

Il comportamento di Kevin Mitnick è molto spesso compulsivo, ossessivo. Simile a quello di un tossico alle prese con la dipendenza da una sostanza. Se leggendo questo libro siete in cerca di un eroe, potreste restare delusi.

Curiosità

  • Mitnick è tra i personaggi che ha ispirato la celebre serie Netflix “Mr. Robot“.
  • Ogni capitolo del libro inizia con un preambolo crittografato che cela domande sul capitolo che segue “la cui risoluzione è lasciata al lettore”.
  • Molti (tra i quali anche Lega Nerd) erroneamente attribuiscono a Mitnick l’aver inventato la tecnica dell’IP Spoofing. In realtà lo stesso Mitnick nel testo spiega, in grande dettaglio, come abbia scoperto di questa tecnica da un ricercatore. Fu indubbiamente uno dei primi a utilizzarla sul campo, portando a termine con successo anche un famigerato attacco ai danni del rivale Shimmy.
  • Il movimento Free Kevin è nato in relazione al caso Kevin Mitnick.
  • Kevin Mitnick ha ispirato un gran numero di film, racconti, e contenuti più o meno direttamente derivanti dalla sua storia.

L’autore

Nato in California nel 1963, Kevin Mitnick è oggi un ricercatore e imprenditore nell’ambito della sicurezza informatica.  Nei primi 40 anni della sua vita è stato un cracker di fama internazionale, perseguito dall’FBI. Autore di numeri libri  che ruotano attorno al suo vissuto, Ghost In The Wires rappresenta l’apice, per ora, della sua carriera di scrittore.

Ps. se deciderai di leggere questo libro, ti consiglio di tenere sottomano il nostro nuovo dizionario della cybersecurity, per guidarti attraverso i termini tecnici presenti nel libro.

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