Il libro da leggere per capire la genesi e evoluzione del movimento Open Source

Open Source Revolution: la bibbia scritta dai profeti del software libero

Il movimento open source si configura come una community distribuita, decentralizzata e priva di un organo di controllo o di riferimento.

Ma se vogliamo in essa identificare se non i leader, almeno i capostipiti, non possiamo fare a meno di citare figure come Brian Behlendorf (founder e ideatore di Apache Server), Richard Stallman (ideatore di Emacs, GNU, e fondatore della Free Software Foundation), Linus Torvalds (creatore di Linux), Tom Paquin (Mozilla), Tim O’Reilly (O’Reilly Media).

Ebbene, queste figure appaiono tutte come co-autori del libro “Open sources: Voices from the Open Source Revolution” e rendono quest’opera una pietra miliare per comprendere la genesi e evoluzione del movimento open source.

Attenzione, volutamente parliamo qui di movimento, in quanto afferiamo all’accezione di Open Source come una comunità che condivide una chiara e univoca visione e missione. Che ha chiare quali siano le regole con le quali il software debba essere concepito, sviluppato, distribuito, commercializzato.

I dettagli tecnici invece del significato di open source inteso come “codice a sorgente aperta” fanno da sfondo, per così dire, alle vicende narrate nel testo.

Free Software != “Free Software”

Una delle grandi battaglie portate avanti dai creatori della community open source è quella che vede la distinzione tra “software libero” e “software gratuito”. Proprio per ovviare all’ambigua declinazione in lingua inglese, che vede per entrambi i casi l’utilizzo della parola “Free”, si tentò per un certo periodo, e senza successo, di usare la declinazione latina, “Libre Software”.

Secondo Richard Stallman, “Free Software is Free as in freedom, and not Free as in beer”, ossia, il software libero nasce con l’intento di essere uno strumento di cultura libera, diffusione di idee e ideali, e di pensiero, non con l’intento di essere gratuito (questo equivoco esiste ancora oggi, e anche tra diversi sedicenti professionisti dell’IT, purtroppo).

La posizione fortemente idelogica di Stallman e del movimento GNU, FSF e GPL si scontra, per così dire, con quella del nascente movimento Open Source, che invece vuole agire su una leva meno sovversiva (il pensiero di RMS veniva spesso associato a una deriva comunista, naturalmente inconcepibile negli USA post Guerra Fredda).

Sarà proprio una sapiente gestione della comunicazione, del marketing, costruita attorno alla definizione di software open source, a far salire a bordo giganti come IBM, e impensierire leader fino ad allora incontrastati come Microsoft.

Open Source: un unico movimento, tanti esponenti

Quel che ho apprezzato del testo è che mostra, con chiarezza, come pur all’interno di un gruppo di talenti, i quali condividono una visione assolutamente comune, ci possano essere sfumature, attriti, divergenze, e anche talvolta la voglia di primeggiare rispetto al resto del gruppo.

Linux e il suo creatore, Torvalds, inizialmente viene preso sottogamba, come un banale side-project. Ma d’un tratto ci si rende conto che la diffusione di Linux ha superato ogni possibile previsione ed è diventato un fenomeno globale.

Richard Stallman per alcuni è un vate, un profeta, un messia, per altri una figura iperbolica, iper-focalizzata, e forse anche anche controversa, dopo aver rilasciato una serie di affermazioni veramente borderline sul tema pedofilia.

Per le aziende, l’open source è stato dapprima uno scherzo, poi una minaccia, e infine un’opportunità.

Oggi proprio la stessa Microsoft, la stessa di “Linux is a cancer” ha abbracciato il paradigma open source, almeno per parte dei suoi prodotti, e include diverse funzionalità di integrazione nativa con OS Linux.

The Open Source Revolution: un cast stellare

Veramente impressionante la lista di persone che hanno contribuito alla stesura di quest’opera:

  • Brian Behlendorf (Apache)
  • Kirk McKusick (Berkeley Unix)
  • Tim O’Reilly (Publisher, O’Reilly & Associates)
  • Bruce Perens (Debian Project, OSS Initiative)
  • Tom Paquin and Jim Hamerly (mozilla.org, Netscape)
  • Eric Raymond (OSS Initiative)
  • Richard Stallman (GNU, Free Software Foundation, Emacs)
  • Michael Tiemann (Cygnus Solutions)
  • Linus Torvalds (Linux)
  • Paul Vixie (Bind)
  • Larry Wall (Perl)

L’autore

Chris DiBona è stato per 20 anni Open Source Director a Google. La sua vita lavorativa è stata interamente dedicata alla divulgazione della cultura del software libero, sia attraverso questo e altri testi, newsletter, documentari, podcast e eventi. La lista completa delle attività da lui ideate o condotte è reperibile sulla sua pagina Wikipedia.

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